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giovedì 27 marzo 2014

Inoki Ness - L'antidoto



Tracklist:
01. L’antidoto
02. Dirty Pirates feat. M1 of Dead Prez
03. Va sconfitto
04. Weekend infinito
05. Cielo terso feat. Tino Tracanna
06. Casa dolce casa
07. Le tue bugie feat. Giulia Spallino
08. Mi sento vivo
09. Siamo uno feat. Awa Mirone
10. Mai schiavo feat. Assalti Frontali
11. Cosa ci aspetta
12. Una via feat. Nunzio Streetchild & Tino Tracanna 



"Ma non mettere in manette l'hip hop perché è libero, tu vuoi ucciderlo, io c'ho l'antidoto". Il disco parte da qui, da questa rima.
Ad un primo ascolto non avevo avuto, forse, una sufficiente attenzione. Fatto sta che nessuna canzone mi aveva colpito o era risaltata in maniera speciale rispetto le altre.
Ma ne ho tratto una cosa, sicuramente: ciò che non manca è sicuramente l'omogeneità.

Al secondo e al terzo ascolto ho potuto scavare più a fondo nel disco, entrando nei testi, nelle strutture, nei beat, nelle metriche…e Inoki ha tirato fuori ogni suo pensiero.
L'hip hop, il capitalismo, la schiavitù attuale, i soldi. Ne ha davvero per tutti, anche per se stesso, rievocando più volte i suoi "errori" passati e come il dio denaro aveva, in un certo senso, abbindolato anche lui.
Il disco si presenta, quindi, come un raggiungimento di una nuova coscienza, di un nuovo modo di vedere le cose e, dunque, del cambiamento che il rapper bolognese ha maturato negli ultimi anni.

La cosa che colpisce maggiormente sono i beat tirati fuori per questo lavoro. Suono pulito, innovativo e decisamente hip hop, al contrario di moltissimi altri lavori usciti di recente. L'innovazione dei beat infatti non consiste nel suono più elettronico o pop, ma nell'uso di campioni e sonorità particolari in linea con i concetti espressi da Inoki che chiamano in causa discipline e filosofie orientali.
E questo è chiaramente ravvisabile in tracce come "siamo uno", "cosa ci aspetta", "mi sento vivo", "cielo terso" e "mai schiavi". Tracce sognanti, decisamente introspettive, forti.

Cielo terso è eccezionale, una canzone di spessore, resa quasi "monumentale" dal Jazzista bolognese Nino Tracanna. "Va sconfitto" è la più pesante, rivolta contro la società attuale e contro il monetarismo…e colpisce in faccia la frase "non mi interessa vincere, ma evolvermi".
Perché l'album rappresenta sicuramente una evoluzione dal suo ultimo lavoro, sia per strutture, sia per temi, sia per tecnica.
Sono assenti discorsi auto celebrativi, al contrario di alcuni suoi colleghi che infarciscono sempre più i dischi di strofe originali e tecniche ma poverissime di contenuti e volte a risaltare solo il proprio enorme ego.

In ogni canzone c'è molto dal punto di vista contenutistico, anche in quelle meno forti: ne sono un esempio "weekend infinito" e "dirty pirates", che nonostante il loro riferimento a feste, serate, donne, divertimento, contengono anch'esse chiari riferimenti a quei concetti di energia e anticapitalismo sopra elencati.
Particolare è "casa dolce casa", dove il rapper affronta la tematica della dimora, sia a livello di "rifugio", di struttura, sia a livello di città e nazione: casa come mondo, casa come posto in cui stare, casa come posto dove vivere a crescere.

I feat sono interessanti: oltre al già citato Tracanna, presente anche nell'ultima traccia "Una via" insieme a Nunzio, unico feat non all'altezza a livello tecnico, c'è M1 dei Dead Preaz, duo presente da 20 anni sulla scena americana e decisamente attinente all'album di Fabiano, poiché anch'essi trattano temi riguardanti
il sociale, la giustizia e la politica economica che sta sfiancando il mondo intero; C'è Militant - A, direttamente dagli Assalti Frontali, anche lui calzante a pennello con il discorso portato avanti da Inoki. Infine cito Awa Mirone e Giulia Spallino, cantanti dalla voce perfetta e musicalmente sublime.

Il lavoro convince e sicuramente è degno del background dell'artista, ma alcuni pezzi sembrano non far trasparire la dovuta scioltezza.
E' vero, in questo disco sperimenta un uso di metriche quasi fuori dalla norma e scrive sicuramente in modo più istintivo, lasciandosi guidare dal flusso (e anche questo ancora una volta ricalca le scuole di pensiero orientali) e da immagini in testa, da esperienze vissute e ora scritte dalla mano del cuore; ma questo non deve limitare flow e scorrevolezza, cosa che qui, in alcuni punti e per orecchi meno "esperti", succede.
O forse c'è solo un gran numero di concetti espressi con metriche così particolari che ne rendono "faticoso" l'ascolto liscio e presuppongono una certa pesantezza, o meglio, una certa difficoltà. A voi la scelta.

Di sicuro non è un album per tutti, non è fatto per la massa, ma per quelle persone che vogliono tendere l'orecchio e capire. E comunque Inoki mantiene la sua identità (che negli ultimi tempi si è rivelata anche poco umile, con attacchi anche gratuiti verso molti della scena, commerciali o non) quindi può piacere ad alcuni
e far storcere il naso ad altri, anche a causa dell'inversione di tendenze dall'ultimo disco che molti definiscono scaturita dal "fallimento" dell'esperienza in major.
 
Ma non sta a noi decidere questo, son robe da gossip. A noi interessa il disco e io dico che è da ascoltare comunque, in ogni caso.

Voto: 7,5                                                                                                                                  
Damiano "Mancio" Mancini




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