1) Ciao Tek, benvenuto in Hiphopmn! Ti ringraziamo per averci concesso questa intervista!
Iniziamo subito chiedendoti: chi è Tek Money? Qual è il suo percorso artistico, e cosa l’ha portato a confrontarsi col rap e l’hip hop?
Tek Money non è altro che una specie di giornalista, uno che racconta il proprio ambiente e la propria vita con un pizzico di autoironia, senza esagerare, anzi autocensurandosi perché non tutti sono pronti ad accettare la mera verità.
All'arte della musica mi sono avvicinato già da piccolo: ascoltavo molta musica reggae da ragazzino perché mi sembrava fosse molto vicino alla mia cultura, infatti il mio primo collettivo era reggae/ragga e si chiamava Ras Moral. Poi con gli anni mi sono appassionato al rap e all'hip hop perché come forma di espressione mi sembrava molto completa e libera, più vicino al tipo d vita che facevo, senza molte regole, o comunque non come il reggae che cerca di mantenere un certo spirito purista...
2) Pezzi come “Non chiamarlo un ritorno”, “Circostanze” e “Seme” sono molto personali, dove ti metti a nudo e ci racconti della tua vita, dei tuoi problemi e delle tue esperienze. Cosa pensi di trasmettere all’ascoltatore con questi testi?
Credo che, prima di tutto, il ruolo dell'artista sia quello di far vedere il mondo coi i propri occhi. Ciò che vivo ogni giorno è il mio mondo e con questi testi voglio portare l'ascoltatore a provare ciò che provo io o che ho provato in determinate situazioni.
Sai, la musica è anche una medicina per l'anima, le esperienze di cui parlo sono anche abbastanza comuni e si dice che la vita non abbia senso senza la condivisione.
In definitiva con queste canzoni volevo infondere forza a chi come me ha vissuto e vive situazioni molto forti.
3) Tu sei nato in Camerun, da bambino ti sei trasferito con la tua famiglia a Parigi, dove hai vissuto buona parte della tua vita ed infine ti sei trasferito a Bologna. Queste esperienze e questi luoghi che ruolo hanno avuto nella tua vita e nella tua carriera?
Da un lato ringrazio la vita per avermi dato la possibilità di vedere tante cose e culture diverse: per me la diversità è ricchezza, credo di essere un uomo abbastanza preparato ad affrontare qualsiasi tipo di situazione sia nella vita sia nella mia carriera proprio grazie al fatto che in tutta la vita non ho mai potuto legarmi alle cose e alle persone, ogni volta che succedeva era ora di andare via. I miei spostamenti fanno di me ciò che oggi sono: non esisterebbe Tek Money senza, anzi probabilmente non farei l'hip hop, ma un altro genere musicale...
4) Nel tuo disco, a mio parere, sei riuscito a trasmettere e rappresentare le tue origine africane in ogni traccia. Come vedi oggi in Italia l’integrazione dello straniero? Hai mai avuto problemi di questo tipo?
Io in particolare non ho avuto molti problemi a integrarmi.
Credo che l'integrazione di uno straniero dipenda da se stessi: è vero che esiste il razzismo e sono stato vittima di atti di questo stampo sia in Francia sia in Italia, ma non ci ho mai dato peso, tanto il mondo è pieno di odio e credo che chi odia abbia dei problemi ben più grandi… perché, insomma, dare importanza alla parte malata dell'uomo? All'odio rispondo con amore. Poi è vero che anche i media fanno la loro parte: gettano sempre benzina sul fuoco. In ogni caso una persona che si vuole integrare in Italia secondo me non incontra molte difficoltà: l'italiano di base è una persona accogliente e curiosa.
5) Come hai scelto i featuring e le produzioni per questo disco? C’è qualche artista con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?
I featuring li ho fatti in famiglia, infatti se guardi bene tra i miei feat ci sono un paio d nomi ricorrenti: Magnum 357 - il mio giovanissimo socio di SPD (SOLOPER DENARO), la mia crew - e Amir, cioè quelli con cui passo molto tempo, quelli con cui c'è un certo feeling. Poi c’è Lamiss per la sua voce e il suo talento.
Stesso discorso per quanto riguarda le produzioni: con Del e Dj Shocca c'e un feeling e un rapporto da quasi dieci anni e mi sembrava doveroso coinvolgerli. Con G. romano è stato amore a prima vista, artisticamente e tecnicamente è un mostro.
Per quanto riguarda il futuro ci sono molti artisti giovani con cui mi piacerebbe lavorare, in particolare Jack The Smoker credo sia uno degli artisti più sottovalutato del panorama hip hop…
6) Qual è il pezzo di questo mixtape a cui sei più legato? E perché?
L'intro, “Non chiamarlo ritorno”, perché per tanto tempo sono stato fermo (sei anni) e tanta gente si chiedeva che fine avessi fatto. Beh, ero qui a Bolo a farmi il culo in silenzio, a imparare il gioco del rap in Italia, a lavorare sodo sulla mia scrittura e il mio flow. Quella è stata la prima canzone di un certo tipo, la prima in cui mi sono detto “fanculo, ora devo spaccare, devo dargli un rap mai sentito in Italia sia come testo sia come flow, la cruda verità sputata senza veli”.
7) Come vedi la scena attuale della tua città attuale, Bologna? E quali sono i tuoi rapporti con le varie crew e artisti del posto?
Nella mia città la scena lascia un po' a desiderare: tutte prime donne. Però ho molto rispetto per artisti come Rischio aka Jimmy Spi, Brain, Kiodo Gianni K.G e tutti i giovani che si stanno dando da fare. Magari un giorno, grazie a loro, Bolo tornerà a splendere come nei novanta.
A Bologna c'e una strana mentalità, ognuno vuole comandare dimenticando che l'unione fa la forza. E quindi si perde molto tempo in liti inutili invece di pensare al bizness: il risultato è che si fa poca musica e tante chiacchiere.
Mi viene da dire che umanamente ho un ottimo rapporto con quasi tutti ma artisticamente non credo. Vedi nel tape ad esempio che non ci sono altri artisti di Bolo che non siano della mia crew. Ho provato a coinvolgere qualcuno ma non ho ricevuto in tempo feedback positivi, non ti so dire il perché... ora ho la fila sotto casa, tutti vogliono collaborare.
8) Quali sono i tuoi prossimi progetti dopo questo mixtape? Saranno previste delle date live?
Sì, stiamo lavorando per partire con un piccolo tour quest'inverno, ma tutto dipende dal feedback che avrà il tape. Abbiamo fatto un po' di showcase di presentazione in qualche città... speriamo che ne vengano fuori altri.
9) Grazie mille per il tempo concessoci! Saluta i tuoi fan ed i nostri lettori. Ci vediamo alla prossima intervista!
Grazie a voi e speriamo di rivederci presto!
Contatti: https://www.facebook.com/TEKMONEYOFFICIAL
Iniziamo subito chiedendoti: chi è Tek Money? Qual è il suo percorso artistico, e cosa l’ha portato a confrontarsi col rap e l’hip hop?
Tek Money non è altro che una specie di giornalista, uno che racconta il proprio ambiente e la propria vita con un pizzico di autoironia, senza esagerare, anzi autocensurandosi perché non tutti sono pronti ad accettare la mera verità.
All'arte della musica mi sono avvicinato già da piccolo: ascoltavo molta musica reggae da ragazzino perché mi sembrava fosse molto vicino alla mia cultura, infatti il mio primo collettivo era reggae/ragga e si chiamava Ras Moral. Poi con gli anni mi sono appassionato al rap e all'hip hop perché come forma di espressione mi sembrava molto completa e libera, più vicino al tipo d vita che facevo, senza molte regole, o comunque non come il reggae che cerca di mantenere un certo spirito purista...
2) Pezzi come “Non chiamarlo un ritorno”, “Circostanze” e “Seme” sono molto personali, dove ti metti a nudo e ci racconti della tua vita, dei tuoi problemi e delle tue esperienze. Cosa pensi di trasmettere all’ascoltatore con questi testi?
Credo che, prima di tutto, il ruolo dell'artista sia quello di far vedere il mondo coi i propri occhi. Ciò che vivo ogni giorno è il mio mondo e con questi testi voglio portare l'ascoltatore a provare ciò che provo io o che ho provato in determinate situazioni.
Sai, la musica è anche una medicina per l'anima, le esperienze di cui parlo sono anche abbastanza comuni e si dice che la vita non abbia senso senza la condivisione.
In definitiva con queste canzoni volevo infondere forza a chi come me ha vissuto e vive situazioni molto forti.
3) Tu sei nato in Camerun, da bambino ti sei trasferito con la tua famiglia a Parigi, dove hai vissuto buona parte della tua vita ed infine ti sei trasferito a Bologna. Queste esperienze e questi luoghi che ruolo hanno avuto nella tua vita e nella tua carriera?
Da un lato ringrazio la vita per avermi dato la possibilità di vedere tante cose e culture diverse: per me la diversità è ricchezza, credo di essere un uomo abbastanza preparato ad affrontare qualsiasi tipo di situazione sia nella vita sia nella mia carriera proprio grazie al fatto che in tutta la vita non ho mai potuto legarmi alle cose e alle persone, ogni volta che succedeva era ora di andare via. I miei spostamenti fanno di me ciò che oggi sono: non esisterebbe Tek Money senza, anzi probabilmente non farei l'hip hop, ma un altro genere musicale...
4) Nel tuo disco, a mio parere, sei riuscito a trasmettere e rappresentare le tue origine africane in ogni traccia. Come vedi oggi in Italia l’integrazione dello straniero? Hai mai avuto problemi di questo tipo?
Io in particolare non ho avuto molti problemi a integrarmi.
Credo che l'integrazione di uno straniero dipenda da se stessi: è vero che esiste il razzismo e sono stato vittima di atti di questo stampo sia in Francia sia in Italia, ma non ci ho mai dato peso, tanto il mondo è pieno di odio e credo che chi odia abbia dei problemi ben più grandi… perché, insomma, dare importanza alla parte malata dell'uomo? All'odio rispondo con amore. Poi è vero che anche i media fanno la loro parte: gettano sempre benzina sul fuoco. In ogni caso una persona che si vuole integrare in Italia secondo me non incontra molte difficoltà: l'italiano di base è una persona accogliente e curiosa.
5) Come hai scelto i featuring e le produzioni per questo disco? C’è qualche artista con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?
I featuring li ho fatti in famiglia, infatti se guardi bene tra i miei feat ci sono un paio d nomi ricorrenti: Magnum 357 - il mio giovanissimo socio di SPD (SOLOPER DENARO), la mia crew - e Amir, cioè quelli con cui passo molto tempo, quelli con cui c'è un certo feeling. Poi c’è Lamiss per la sua voce e il suo talento.
Stesso discorso per quanto riguarda le produzioni: con Del e Dj Shocca c'e un feeling e un rapporto da quasi dieci anni e mi sembrava doveroso coinvolgerli. Con G. romano è stato amore a prima vista, artisticamente e tecnicamente è un mostro.
Per quanto riguarda il futuro ci sono molti artisti giovani con cui mi piacerebbe lavorare, in particolare Jack The Smoker credo sia uno degli artisti più sottovalutato del panorama hip hop…
6) Qual è il pezzo di questo mixtape a cui sei più legato? E perché?
L'intro, “Non chiamarlo ritorno”, perché per tanto tempo sono stato fermo (sei anni) e tanta gente si chiedeva che fine avessi fatto. Beh, ero qui a Bolo a farmi il culo in silenzio, a imparare il gioco del rap in Italia, a lavorare sodo sulla mia scrittura e il mio flow. Quella è stata la prima canzone di un certo tipo, la prima in cui mi sono detto “fanculo, ora devo spaccare, devo dargli un rap mai sentito in Italia sia come testo sia come flow, la cruda verità sputata senza veli”.
7) Come vedi la scena attuale della tua città attuale, Bologna? E quali sono i tuoi rapporti con le varie crew e artisti del posto?
Nella mia città la scena lascia un po' a desiderare: tutte prime donne. Però ho molto rispetto per artisti come Rischio aka Jimmy Spi, Brain, Kiodo Gianni K.G e tutti i giovani che si stanno dando da fare. Magari un giorno, grazie a loro, Bolo tornerà a splendere come nei novanta.
A Bologna c'e una strana mentalità, ognuno vuole comandare dimenticando che l'unione fa la forza. E quindi si perde molto tempo in liti inutili invece di pensare al bizness: il risultato è che si fa poca musica e tante chiacchiere.
Mi viene da dire che umanamente ho un ottimo rapporto con quasi tutti ma artisticamente non credo. Vedi nel tape ad esempio che non ci sono altri artisti di Bolo che non siano della mia crew. Ho provato a coinvolgere qualcuno ma non ho ricevuto in tempo feedback positivi, non ti so dire il perché... ora ho la fila sotto casa, tutti vogliono collaborare.
8) Quali sono i tuoi prossimi progetti dopo questo mixtape? Saranno previste delle date live?
Sì, stiamo lavorando per partire con un piccolo tour quest'inverno, ma tutto dipende dal feedback che avrà il tape. Abbiamo fatto un po' di showcase di presentazione in qualche città... speriamo che ne vengano fuori altri.
9) Grazie mille per il tempo concessoci! Saluta i tuoi fan ed i nostri lettori. Ci vediamo alla prossima intervista!
Grazie a voi e speriamo di rivederci presto!
Contatti: https://www.facebook.com/TEKMONEYOFFICIAL
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