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giovedì 24 luglio 2014

El Raton - Intervista





1) Ciao Manuelito! Ti ringraziamo per l’intervista, iniziamo con una domanda classica: come ti avvicinato alla cultura hip-hop? Hai avuto a che fare con altre delle 4 discipline?

Grazie a voi! Non ricordo il momento preciso, in cui mi sono avvicinato a questa cultura, so solo che ne sono sempre stato affascinato. Tutte le quattro discipline dell’hip hop mi attraevano, infatti iniziai col writing e nonostante sia ancora bravo a disegnare su carta e computer, la bomboletta non faceva per me.




2) Le tue origini ecuadoregne hanno influenzato in qualche modo il tuo stile musicale? Ti viene più naturale rappare in italiano o in spagnolo? In base a cosa decidi se in un pezzo canterai in una delle due lingue?

Più che le mie origini penso che la mia musica venga influenzata continuamente dal mio stile di vita.
Crescere in Sud America sicuramente ha tantissimi pro, a partire dalla lingua: lo spagnolo è una lingua molto più fluida rispetto all'italiano, soprattutto per il rap scrivere rime e farle rimbalzare a ritmo di salsa, è una cosa che ti viene spontanea se passi gran parte della tua vita nei barrios di Quito, Guayaquil, Lima, Bogotà e qualsiasi altra parte del Latino America.
Ho iniziato a scrivere in Italiano per sfida personale, avevo raggiunto un livello soddisfacente con la scrittura in spagnolo e siccome non mi piacciono le cose facili - ed ero stanco di sentirmi dire che spaccavo con il flow da gente che non capiva una minchia di quello che stavo dicendo - ho deciso di ripartire da zero.
Credimi, non è stato facile, anzi non è facile. Mi rendo conto che sono ancora in fase di rodaggio, ma per quanto mi riguarda il cielo è l'unico limite da superare.




3) L’idea della traccia “Multicultural”, il cui video è girato a Londra, è partita dal confronto che hai potuto fare tra due culture? Tieni particolarmente a questa canzone? 
Anche il video di “Subliminal” con Kill Mauri ad esempio è stato girato a Londra dove tu hai vissuto, si può dire che tu ti senta un cittadino del mondo o hai un legame molto intenso solo con la tua natia Sardegna?

Ho vissuto gran parte della mia infanzia in Ecuador (più di 8 anni) e da quando ho 16 anni non ho smesso di viaggiare. Ho vissuto a Londra, a Firenze per un brevissimo periodo, sono stato pure al sud della Francia e oggi vivo a Milano. Sono partito dalla mia isola con il Machete in mano per conquistare il mondo come Mignolo e Prof, giusto per rimanere in tema coi topi :)
Proprio per questo ho deciso di fare un pezzo come “Multicultural”. Ci tengo tantissimo a questa canzone perché è l'inizio di un grande sogno che ancora sto vivendo.
In quel periodo vivevo a Londra, esattamente ad Hackney (quartiere dove è stato girato il video). La canzone parla del mio rapporto con tutte le culture del mondo: ho amici in tutte le parti del globo, per questo credo che sia riduttivo limitare l'anima e la cultura di una persona a un posto solo. Con me porto tutti i mie viaggi e tutti i miei ricordi, d'altronde “Gringo, soy Multicultural”.




4) La tua permanenza a Londra ti ha dato modo di conoscere la scena  inglese? C’è qualcosa di diverso nel percepire lo spirito hip-hop in Inghilterra? Ed in Ecuador invece?

Sono del parere che le origini di una musica non potrai mai comprenderle a fondo fino a quando non visiti il posto in cui è nata.
La scena musicale che adoro di più è quella inglese, e non parlo dell'hip hop, perché lì, per quanto mi riguarda, se la gareggiano tra Usa e Francia. Parlo di punk-rock, drum’N’bass e dubstep!
Questi ultimi insieme ad altri hanno influenzato tutta la cultura musicale di quel paese, tanto da permettergli di avere una classifica musicale tutta loro, la UK Chart.
Adoro gli inglesi perché non smettono mai di sperimentare, creano nuovi generi musicali ogni anno, poi arrivano gli americani, prendono le loro idee e le fanno esplodere nel mainstream. La classica regola del riciclo.




5) Due anni fa hai prodotto “Otra ciudad de Dios” insieme a Clo Sismico, un mc di Quito, come è nata questa collaborazione? Sei in contatto con la scena musicale dell’Ecuador?

Clo Sismico è un rapper fortissimo, che apprezzo veramente tanto. Cerco sempre di rimanere aggiornato sulla scena musicale in Ecuador e quando ho visto uno dei suoi video musicali ho contattato una mia vecchia compagna di scuola, Kriss, che, oltre essere amica di Clo, mi ha dato una mano nell'organizzare tutto. Dopo quel video siamo rimasti in ottimi rapporti e non ti nego che non vedo l'ora di tornare in Ecuador per produrre un altra traccia con quel mostro.




6) Per la tua formazione musicale quanto devi alla Kris factory? Hai un mentore in particolare che senti di dover ringraziare?

Molto, probabilmente gli devo tutto e niente… sicuramente tutto il crew è stato fondamentale in fase di crescita ma per la fame che avevo e la voglia di lanciarmi in questa impresa, conoscendomi, non mi
sarei fermato lì, e penso che il tempo mi abbia dato ragione. Oggi con molti membri di quel crew siamo diventati la Machete Empire!




7) “Basura Muzik vol.1” è un lavoro che raccoglie materiale che hai fatto in molto tempo, sei stato soddisfatto dai responsi per quel mixtape? Come credi di esserti evoluto dall’uscita di quel disco?

Mah, come tutto quello che ho fatto in vita mia, penso che sia stato un passo determinante per la mia carriera. Faccio musica e riesco a vivere di questo… come sia andato quel mixtape non lo so e non m'interessa, so solo che oggi dai miei fan è veramente richiesto.
C’è pure qualche stronzo che l'ha rivenduto a 30€, motivo per cui lo ristamperò a breve per regalarlo, come è giusto che sia!




8) Cosa dobbiamo aspettarci da Rattopsy EP? E’ un EP che anticipa un tuo album ufficiale? Ci saranno dei featuring?

“Rattopsy” è parte di quello che sono in questo periodo: da un paio d'anni, con l'aiuto di Dimoz (produttore di “Multicultural”), mi sono lanciato nel mondo del beatmaking.
Del mio primo progetto solista sono riuscito a curare non solo le liriche ma anche tutte le produzioni presenti nell'ep (a parte “Jerry il Sorcio”, che è stata prodotta da Anagogia).
Ora è forse troppo prematuro parlare di un disco ufficiale però possiamo dire che ci sto facendo un pensiero.




9) Ti proponiamo una domanda simile a quella fatta ad En?gma: partendo dalla tua amicizia e collaborazione con DJ Slait all’interno dei Lyrikris fino ad arrivare alla fondazione del crew Machete come pensi che i tuoi amici ti abbiano aiutato a migliorare? A cosa credi sia dovuto il vostro grande successo?

Sin da quando ho iniziato a scrivere ho capito che il confronto con chi ti circonda - amici, colleghi e a volte anche familiari - è essenziale per migliorare. Il confronto in quel periodo avveniva in saletta da Slait: lui, insieme a qualcun altro, è uno dei pochi che ha visto tutto il mio percorso da musicista, dall’inizio a oggi.
Quando si fa gioco di squadra credo che la sana competizione sia la chiave giusta per raggiungere gli obiettivi di gruppo. L'unione fa la forza, per questo Machete oggi rimane ancora in piedi.




10) Ti ringraziamo per l’intervista, ti salutiamo!

Un saluto a tutti e grazie per questo spazio. Stay Machete!




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