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giovedì 17 aprile 2014

Achille Lauro - Immortale (Recensione)




Immortale. Achille Lauro ci tiene a farci sapere che ce l’ha fatta; ce l’ha fatta a scampare ad una vita che probabilmente sarebbe stata bruciata o da qualche crimine incoscientemente commesso o forse da qualche droga sintetica di nuova generazione.
Stiamo parlando di un ragazzo uscito dalle strade peggiore della capitale con delle frequentazioni non proprio immacolate ed una situazione familiare altrettanto in difficoltà come testimoniato nel documentario che narra la storia di Achille stesso… poi l’arrivo di Marracash ed il contratto con Roccia music, la svolta, il successo e tutto il resto…

Il disco si sviluppa con una fastidiosa voce narrante che introduce ogni traccia a mo’ di versetto del Vangelo, la copertina stessa ritrae l’artista con una corona di spine, simboleggiando il sacrificio che Gesù Cristo ha fatto per gli uomini, a scanso di credenza o meno, di sicuro si tratta di una metafora forte e significativa volta a rappresentare ciò che ha fatto Achille per arrivare dove è.

Il disco ha la pretesa di presentarsi come un album ufficiale e l’impressione sarebbe confermata a giudicare dal fatto che le produzioni sono effettivamente tutte inedite e di livello anche, ma il problema sorge nel momento in cui si analizzano le “liriche” del prodotto: Achille Lauro alterna un vasto numero di pezzi, per così dire “zarri” ad altri, in netta minoranza, più introspettivi e degni di appartenere ad un album serio. In verità non si tratta neanche di creare un tipo di musica anziché  un altro ma nell’essere abili nel crearne almeno uno dei due: l’intenzione non è affatto quella di bocciare Achille Lauro ed il suo lavoro a prescindere ma sottolinearne delle criticità che francamente, dissentendo dall’opinione pubblica, mi sento di definire rovinose: il paradosso a cui si assiste nelle 22 tracce (di cui 2 remix) potrebbe anche lasciare perplessi ed indurre ad interrogarsi sulle qualità dell’mc.

“Immortale” presenta un’alternanza tra alti e bassi che, per forza di cose, non può fare di questo un disco completo e “pronto” per tutto il pubblico a cui si presenta, sebbene buona parte degli ascoltatori si siano detti soddisfatti; l’alternanza però, a mio modesto modo di vedere, è decisamente più sbilanciata verso i “bassi” e nello specifico si parla di tracce che scorrono senza incidere minimamente tra le quali “Tu che ne sai”, “Lost for life”, “No twitter”, “Groupie”, “Rich forever”.
Dall’altra parte però, spicca una vasta sezione della prima parte del disco: da segnalare l’Intro che fa esplodere il flow di Lauro dopo una serie di notizie e canzoni trite e ritrite passate per radio, valide anche “G” e “Contromano” ambedue prodotte da The night skinny, il disco prosegue liscio con i featuring di Marracash, Coez, Nigga dium (In una delle tracce più ignorante ed ispirate di tutto il disco), Noyz Narcos e Rasty Kilo con la presenza di Dr. Cream alle macchine. Più sbiadite invece le presenze di Gemitaiz, Sonia Margot, Read ed E. Caputo e Simon P.

Per quanto riguarda le strumentali invece, quasi tutte caratterizzate da bassi abbastanza potenti sono da segnalare le buone prestazioni di The night skinny, 3D, Frenetik, Shablo e Dr. Cream, che indiscutibilmente spiccano sulle altre.
In conclusione, il disco presentatoci da Roccia music presenta un incoerenza di fondo che tradisce le aspettative e non fa godere appieno dell’esperienza d’ascolto, Achille Lauro alterna fasi più convincenti ad altre decisamente incolore, denunciando anche una certa pochezza nell’aspetto lirico che fa di questo disco, forse non un disco vero e proprio ma piuttosto un mixtape ben lavorato; il giudizio finale è rimandato, alla prossima volta!


Voto: 5/10

Michele Garribba.




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