(Foto di: Andrea Laudisa)
1) Ciao Primo! Ti ringraziamo per averci concesso quest'intervista! Ormai possiamo considerarti un veterano della scena rap italiana, in quanto sei presente dai primissimi anni 2000! Come ti senti dopo tutti questi anni? Il Primo degli inizi quanto è cambiato rispetto al Primo di ora?
Ciao a tutti, mi sento bene, mi sento come se fossi rinato grazie al confronto che mi sono concesso negli ultimi anni con la nuova scuola dell'hip hop italiano, e senza mollare tutta quella parte della Vecchia che ancora si pròdiga in modo costruttivo. Questa cosa mi ha fatto capire che c'è un filo fortissimo che lega quello che abbiamo fatto a 20 anni, con quello che stanno facendo i vent'enni di adesso, anche se in forme completamente diverse e anche se molti addetti ai lavori tentano di negarlo.
Per quanto riguarda il senso del trascorrere del tempo, ho un rapporto particolare con lui, non è legato nè a date, nè a lancette, e quello di ieri non mi sento io... Si tratta di qualcuno che ha fatto determinate cose in quel determinato periodo con tutte le sue caratteristiche del momento... oggi è diverso, sono io che devo fare adesso per adesso, minuto per minuto, dalle stronzate, alle cose importanti. è il concetto di fidelizzare il tempo a te stesso. Questo mi fa affrontare le cose che mi piacciono come una novità costante, e ciò richiede di essere in forma come il primo giorno.
2) Alla tua carriera coi Cor Veleno hai affiancato una prolifica carriera solista, accompagnato da Squarta in particolare. Ti trovi meglio a lavorare in gruppo o da solo? Inoltre, vedremo mai un album solista tuo affiancato da producers diversi?
Il mio album solista a fianco di vari producers vuole prendere forma, ma è un lavoro delicato. Alterno la voglia di lavorare in gruppo per condividere energie diverse, a quella di usare solo le mie, quando si vogliono esprimere magari in una forma troppo invadente.. lo vedo a volte come un fatto di rispetto creativo. Mi devo sempre affiancare a un bravo producer, sono un rapper, sono limitato, non so fare tutto da solo, ma al tempo stesso sono ingestibile, non lo dico io, lo dice qualcuno di questi nuovi inetti claudio cecchetti
3) Ultimamente si parla molto del tuo prossimo disco in collaborazione con un altro veterano, Tormento! Come è nata la decisione di collaborare assieme per un album? Puoi anticiparci qualcosa su questo disco?
il Micro de Oro finalmente è quasi pronto, è un lavoro difficile, c'è la responsabilità di 2 nomi che portano un po' di cose sulla schiena.. ma soprattutto 2 fratelli di altro sangue, che volevano fare musica levandosi lo sfizio di ufficializzare la cosa, dopo anni di collabo, palchi e suoni condivisi.. quando anche la vita quotidiana è diventata la colonna portante del nostro rapporto, è venuto da sè scriverlo e suonarlo in studio, per portare sul palco un nuovo capitolo, invece che soltanto il repertorio.
Il Micro de Oro è la foto del cambiamento che ognuno di noi sta sentendo forte su di sè, e nel nostro piccolo volevamo immortalarlo così, per vedere dove ci porta.
Affidiamo peso e sacralità alla cosa, è quello che ci ha nutrito fino a qui, per questo è 'de oro'
4) Sempre assieme a Tormento hai realizzato il seguito di un brano storico contenuto nel disco di un altrettanto storico producer. Stiamo parlando di "Se Non Fumassi pt.2" tratta dal prossimo disco di Fritz Da Cat, che tra l'altro ha pure prodotto il secondo estratto del tuo disco con Tormento "Per stare fresco". Come ti sei sentito a collaborare con un beatmaker di tale calibro e a lavorare al seguito di un pezzo così importante?
La consapevolezza ti fa sentire leggero, quindi affronti un pezzo per quello che è. Fritz c'ha dato la bomba, l'abbiamo rollata e fumata insieme, per questo è venuta bene. Fritz è un altro che artisticamente ha assecondato i suoi flussi sui tempi nuovi, quando ci ha tirato l'amo, noi abbiamo abboccato subito, in realtà senza stare a pensare troppo all'importanza del pezzo in questione, sicuramente importante
5) C'è per caso un qualche artista nella scena rap italiana e internazionale con cui sogni di collaborare in futuro? Se sì, puoi farci qualche nome?
Vorrei fare un pezzo con Method Man, uno con Carlos Santana, uno con Marra, che è uno dei mie rappers mainstream preferiti qua.. così a bruciapelo
6) Qual è la tua opinione sulla scena rap italiana di adesso? La consideri una scena forte, solida e seria oppure una scena che punta solo a incrementare le vendite e gli ascolti a discapito della qualità?
La scena la sento molto forte, a livello di input, stimoli, e creatività. Chiaramente essendo lo specchio del tessuto sociale attuale, tende ad ottenere i suoi risultati con sotterfugi e inganni la maggior parte delle volte.
Ma chi conta sulle proprie capacità, e le cura, e le mostra senza paura, se ne può sbattere ampiamente il cazzo, perchè il suo compito è più alto, i risultati arrivano a volte anche a distanza di 10 anni, e tu magari non fai in tempo neanche a goderteli, e qualcun altro lo farà per te, ma il tuo lavoro non sarà andato sprecato.
Se da quando non c'era niente ora c'è un movimento che in un modo o nell'altro smuove anche al minimo le economie, io sono contento.. si paga il prezzo di qualche scrausone di troppo, ma sono fasi di assestamento, anche lunghe
7) Qual'è il tuo punto di vista circa le contaminazioni sonore che questo genere sta gradualmente inglobando, come ad esempio la dubstep? Sei favorevole o contrario ad artisti che pur non essendo propriamente HipHop utilizzano il rap per esprimersi, affiancandosi magari a strumentisti/arrangiatori, o puoi definirti un purista?
Assolutamente no, la contaminazione è alla base della nascita del rap, che poi ha assunto tutte le sue cifre ben definite, e stilisticamente pure,quando ha voluto esserlo, ma da sempre c'è contaminazione, dipende come vengono fatte le cose.
Io anche se a volte suono con chitarristi e gentaglia varia che ci sa fare con gli strumenti, so sempre di essere rap, vengo da lì, è un automatismo fare il rap su qualsiasi forma di musica, cercando di plasmarmi al meglio, il Danno dice è una questione di attitudine, e credo che sia proprio così.
Non so, se senti le canzoni di Raf dei 90, ci mette sempre la strofella rap di mezzo, che non è rap di attitudine, è una forma stilistica presa in prestito.
Avviene da sempre, dal suono alla parola
8) Cosa secondo te differenzia principalmente un giovane che si affianca nel 2013 a questa cultura rispetto ai tempi in cui tu hai iniziato? Senti di poter esprimere critiche e consigli alle "nuove leve"?
La differenza è sotto gli occhi di tutti, e non è meglio nè peggio, è solo diverso: prima non c'era reperibilità di materiale, non c'era confronto, non c'era gente con cui potevi stare a studiare il rap, se non estranea, che non voleva condividere qualcosa di cui non era informata,nè interessata.. i dischi in italia nei negozi non arrivavano..c'era tutto da inventarsi..ma nessuno è stato un eroe per averlo fatto, ognuno ha solo fatto quello che voleva fare.
Adesso sembra che tutto sia stato inventato,e si lavora sulle repliche, anche se da sempre qui si lavora sulle repliche di quello che funziona..quindi amen, credo che ognuno possa solo contare sulla forza di quello che ha intenzione di esprimere, per distinguersi, se vuole, come molti stanno già facendo.
L'anello mancante forse è un pubblico più omogeneo. Alcuni addetti ai lavori hanno bisogno di un target per lavorare, per comodità di vendita.. noi abbiamo bisogno di tutti quelli che vogliono avere voce in capitolo, anche solo per esprimere un gusto musicale, senza limiti di età, senza credere che il rap lo ascolti solo una fascia tra i 15 e i 25.
Molti della mia età non spendono soldi per il rap perchè non si sentono rappresentati, ma grazie al lavoro di molti, hanno intenzione di cominciare a farlo, per la qualità crescente di chi sa come dargliela.. quindi c'è da spingere proprio in quella direzione
9)Siamo arrivati alla fine di questa intervista! Per concludere fai un saluto ai fan e a chi ci segue!
Bellaaa vi mando un abbraccio a tutti, continuate a seguire, non a spiare, che se vi fate i cazzi vostri, la vita vi sorride.
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