Quanti di voi ogni giorno, si sono trovati imbottigliati nel traffico romano di via del Porto Fluviale? Da un po’ di tempo, insieme a noi piccole pedine di una città frenetica, ci sono delle enormi facce dipinte sulla caserma occupata che hanno per occhi le finestre del palazzo.
Questi 16 personaggi dalle tinte accese ormai sono il nuovo volto dell’ex caserma dell’Aeronautica Militare, situata nel quartiere Ostiense, considerato il cuore della Street Art romana.
L’autore di tutto questo, nel 2011 fu definito dal periodico britannico “The Observer” come uno dei dieci migliori Street Artist in circolazione. Stiamo parlando del writer italiano Blu.
Nato a Senigallia, la sua storia artistica inizia nel 1999 a Bologna. Oggi i suoi monumentali graffiti campeggiano sui muri dell’America Latina, di Berlino, Londra, Barcellona, Madrid, Betlemme, Belgrado, Danzica e di molte città italiane.
Nella sua vita ha sempre disegnato, una passione nata da piccolo, leggendo e prendendo spunto dai fumetti. Nel 1997 scopre il writing ed inizia a dipingere sui muri, impara a ragionare tramite le immagini e per diversi anni tempesta la Città con il suo nome; lettering, tag wildstyle, etc.
Stufatosi ricomincia a disegnare quei personaggi che hanno occupato la sua immaginazione da piccolo.
Ovunque vada Blu, non c’è violenza nel suo passaggio, non c’è aggressività, ma piuttosto una strana malinconia, una tragica constatazione delle cose, dove uomo e macchina convivono e dialogano, parlano ciascuno la propria lingua e si comprendono.
Nei suoi lavori alcune forme e alcuni simboli appaiono ricorrenti: la figura umana o umanoide, la macchina o i simboli della tecnologia e soprattutto la piramide.
La piramide è il simbolo antico che rimanda al confine tra vita e morte, al fuoco, all’aspirazione verso il cielo. Dalla testa delle figure umanoidi spuntano forme piramidali spigolose e dal loro ventre ancora altre piramidi, il corpo si spezza e si ricompone in una eterna metamorfosi.
La piramide di Blu sembra voler simboleggiare la perfezione matematica e geometrica, il monolite che il corpo umano non riesce ad assimilare ed espelle come corpo estraneo. Blu disegna l’uomo moderno parassita, che come un virus colonizza spazi, un uomo che riesce ad assomigliare allo spazio che abita, si adatta e si confonde con la macchina.
Il Venerdì di Repubblica scrive di lui: “…Attinge da un secchio la tempera nera con cui sta delineando un volto fra un groviglio di cerniere lampo. Gentilmente, dice che vuole solo finire il suo progetto.<Ha un titolo?> <No, interpretalo come credi, in totale libertà>”.
Roberta Gigliotti
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