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giovedì 31 gennaio 2013

Icy Stares -Pseudosofia ( Recensione)





“Qui abbiamo un pezzo da ricovero”.

“Pseudosofia”, il secondo ep del gruppo hardcore rap molfettese, è arrivato il 21 dicembre 2012, con il rap molfettese, l'underground quasi palpabile e la produzione di Whitey, più collaborazioni di Think’d, Pacman (Soulciders\Backjumper) e Uncle C.B.
Pseudosofia è il racconto di un livello raggiunto, perchè “ a forza di cercare questa verità nei fatti” o più che nei fatti, nella musica gli icy abbracciano lo stile hardcore senza piani ma quasi per natura, come evoluzione naturale e sistematica.
Un album difficile da ascoltare per la prima volta, impossibile da non voler risentire.
I temi si inseguono ingenti e non scontati, e non manca l'efficacia perchè si sa, in questo caso diremmo “(...)inadempienza, mi dispiace ma non fai tendenza”.
Un lavoro non scontato che come tale da adito a feedback differenti. Le liriche sono chiare, piene e impegnative e insieme ai beat forti duri e crudi, davvero “rude” sono lo stemma del lavoro firmato Icy Stares. Da Molfetta non arriva il “solito” rap, ma piuttosto l'insolito flow. Gli Icy Stares sono diretti e crudi l'album emerge come un lavoro del tutto nuovo, in una scena che lascia tanto spazio a troppi nuovi rappers ordinari e pochi artisti che si possano metere in linea con un pubblico meno pigro, che chiede ricerca e quando trova apprezza. Le tracce di Pseudosofia hanno titoli enigmatici,
non privi di ommissioni ma senza messaggi eccessivamente criptici. Come (non) è solo domani, pezzi da ri(cover)o, “phunk...ammerda”.
Il vostro ultimo grido è una traccia sottile, a metà tra l'autocelebratico e la denuncia delle scomodità di oggi, l'osservazione di un mondo “che vede sempre e solo rosso”.
Colpo a segno per gli Icy Stares, un secondo lavoro, secondo a niente.

7/10
Tosca Miserendino







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