1)Non servono presentazioni per presentare l’ospite
di oggi, DJ Argento, il tuo è un nome altisonante per la scena Hip Hop made in
Italy, hai curato beat per i più grandi artisti nazionali come Kaos One, Colle
der Fomento,Turi, Kiave e molti altri, però partiamo dal principio, come hai
iniziato a produrre? Nello specifico come ti sei avvicinato a questa cultura e
grazie a chi?
L’approccio alla cultura hip hop viene prima del mio cimentarmi nella produzione musicale. Ho iniziato grazie agli scratch, che già dalla fine degli anni 80 catturavano la mia attenzione in modo particolare. Avendo iniziato a comprare dischi dove gli scratch erano onnipresenti, ho poi scoperto un mondo gigantesco dietro un semplice suono, e il mio carattere curioso ha fatto il resto.
Poi ho approfondito l’argomento studiandomi i credits dietro i dischi, così
facendo imparavo nomi e, quando trovavo corrispondenze sulle copertine dei
dischi, andavo a colpo sicuro. Parlo di 23 anni fa e di certo non avevo
l’ausilio di internet. Ho letto anche molti libri e riviste a tema, classico
tragitto per chi ha iniziato nei primissimi anni ’90.
Il beatmaking invece mi è stato caldamente consigliato da un carissimo amico che purtroppo non c’è più da diversi anni ormai. Si chiamava Gennaro Pagano, in arte LOOP 5, e gli sarò eternamente grato per avermi indicato la via della produzione hip hop, già dal 1998. Probabilmente, se non mi avesse spronato a farlo, ora sarei uno dei tanti nomi che non sono riusciti ad andare oltre la propria città.
Ho comunque sempre avuto un forte orecchio musicale, già da bambino, grazie a mio padre che mi regalò una tastiera e con la quale iniziai a riarrangiare le colonne sonore dei Goblin e dei film horror di cui andavo (e vado) ghiotto.
Il beatmaking invece mi è stato caldamente consigliato da un carissimo amico che purtroppo non c’è più da diversi anni ormai. Si chiamava Gennaro Pagano, in arte LOOP 5, e gli sarò eternamente grato per avermi indicato la via della produzione hip hop, già dal 1998. Probabilmente, se non mi avesse spronato a farlo, ora sarei uno dei tanti nomi che non sono riusciti ad andare oltre la propria città.
Ho comunque sempre avuto un forte orecchio musicale, già da bambino, grazie a mio padre che mi regalò una tastiera e con la quale iniziai a riarrangiare le colonne sonore dei Goblin e dei film horror di cui andavo (e vado) ghiotto.
Insomma
il mio background da ragazzino, mischiato ai consigli di LOOP 5 mi hanno dato
più di quanto avrei desiderato.
2) Come ti senti ad essere considerato uno fra i
migliori producer italiani? Sei soddisfatto dei risultati raggiunti finora
oppure bisogna sempre aver fame e raggiungerne di nuovi?
Francamente non sono così superbo da potermi
considerare uno fra i migliori producers italiani, sono sincero, ce ne sono di
più produttivi e talentuosi.
Ci vuole tantissima applicazione ed io ne ho
sempre meno, sono pigro di natura e ormai produco pochissimo. Sono finiti i
tempi in cui facevo anche tre beats al giorno, ora se riesco a farne uno solo in
4 mesi posso ritenermi fortunato. Ho perso l’occasione di stare su diversi
dischi ultimamente, e di questa cosa ho un enorme rammarico perché si tratta di
amici, ma ripeto, sono molto soddisfatto dei passi che ho mosso finora. Così
soddisfatto che molte volte penso di potermi ritirare felicemente, perché sono consapevole
di aver lasciato qualcosa che rimarrà indelebile, almeno nel mio cuore e nei
miei ricordi. La fame è necessaria per smuoversi, e bisogna averne tanta per
iniziare a farsi sentire oltre la propria città, ma troppa fame a lungo andare
porta all’obesità, quindi bisogna sapersi accontentare.
3)Riesci a collaborare con artisti di un’enorme spessore come Danno o Kaos One e con giovani promettenti come Think’d e i Sottotorchio, com'è collaborare con loro, con gente diametralmente opposta per certi versi? Noti differenze nei giovani oppure secondo te potranno dire la loro a livello nazionale ben presto?
Coi Sottotorchio c’è un rapporto instaurato ormai diversi
anni fa e che va ben oltre il rap. Sono amici di vita, fratelli che con me
parlano di tutto e non solo di rap. Stessa cosa con Black P, con cui il
rapporto è ormai meno frequente di prima, ma non per questo meno intenso.
Con
Tiziano (Think’D) il rapporto lavorativo al momento è fermo solo alla mia
prestazione come fonico per il suo disco, e ad alcuni scratches in un suo
brano, tutto qua, ma anche lui è una persona fantastica, e non escludo un
domani di farci qualcosa assieme. E’ un ragazzo che lavora sodo, che ha fatto
scelte non facili, e in questo lo ammiro.
Collaborare con loro, o con le tante
persone con cui ho avuto modo di lavorare nel tempo è ugualmente interessante, è
sempre un privilegio.
Io mi auguro che le nuove leve abbiano la
possibilità di far girare la propria musica senza doverla annacquare a tutti i
costi, ma l’Italia è un paese in cui la meritocrazia non funziona. Vanno avanti
i cloni ed io ho sempre disprezzato chi, per il suo essere limitato
artisticamente, arriva ad assumere lo slang, l’atteggiamento e a trasmettere l’immagine
dei soliti volti noti della scena “hip-pop” italiana. La sfortuna è che internet
alimenta questi falsi miti, la fortuna invece, è che i ragazzini prima o poi
crescono e quasi tutti alla fine capiscono lo spessore di chi stanno
ascoltando.
4) La scena locale barese cosa può dare alla scena
nazionale? Quali sono gli artisti che secondo te meriterebbero più seguito? Hai
lavori da consigliare a chi leggerà questa intervista?
Quelli citati prima per esempio. Così come Tensione,
amico fraterno di vecchissima data. Oppure Comma, o Strage e Blaze, e ce ne
sono tantissimi altri che ora, mea culpa, mi sfuggono.
Ma il problema è che la
scena rap barese non sembra aver goduto di chissà quale attenzione rispetto il
resto dell’Italia, e di certo non ci si può accontentare di un quarto d’ora di
notorietà, perché è insufficiente e non basta per mettere radici solide.
Ci
vedono, credo, come un fenomeno folkloristico, perché in genere il rap in
vernacolo riesce a farsi strada più facilmente rispetto a quello in italiano, anche
perché fuori regione il nostro dialetto incuriosisce a causa della particolare
fonetica, ma noi non siamo Leone Di Lernia. Noi siamo visti, temo, come i
sempliciotti di paese, che con la loro genuina inettitudine espongono i
problemi del sud. Ci si può anche fare strada in qualche modo, focalizzando
l’attenzione su di se su qualche quotidiano, ma è roba di poco conto, perché la
mia è una città piccola, a livello culturale, e dimentica facilmente.
Sistematicamente
si accorgono del rap barese quando questo sfocia nel sociale (e chiaramente non
si può ignorare, se fa notizia), si dedicano due trafiletti sul giornale, un’intervista
qua e la e poi si ritorna nel dimenticatoio. Cotto, mangiato e cagato in due
secondi.
Nella mia città non sono a conoscenza di tutto quello che c’è dietro
il rap da luogo comune e non sono a conoscenza del fatto che a Bari la cultura
hip hop è arrivata più di 20 anni fa e va ben oltre il loro trafiletto atto a
riempire uno spazio vacante. Ecco perché, a parer mio, bisognerebbe scrollarsi lo
stereotipo con tutto quello che comporta, e far capire che siamo tutt’altro che
sprovveduti apparsi la settimana prima grazie a Youtube.
5)Parliamo ora della scena nazionale, il 2012 è
stato l’anno del rap italiano in TV, dove però non sempre è stato portato un
rap con contenuti ma purtroppo un rap fatto solo per le masse, tranne che in
alcuni casi come Ensi, Kiave o Ghemon.
Cosa ne pensi a riguardo? Dobbiamo sperare in un
2013 con più Kiave e meno Fedez in TV oppure sarà sempre peggio?
Beh, non si può credere nell’esistenza del Diavolo,
se non si crede nell’esistenza di Dio. La Tv istruisce le masse sull’esistenza
di Fedez, ma alle masse arriverà prima o poi il nome di Kiave. Quindi
paradossalmente anche un Fedez avrà avuto un ruolo importante, avrà fatto
conoscere Kiave. Ovviamente ho ipotizzato partendo dal tuo esempio.
Credo che ormai debbano coesistere, o forse inizio solo a rassegnarmi all’idea. In fondo è come andare al supermercato, non si è costretti a comprare tutto per forza, bisogna prendere quello che interessa e ignorando il resto. Coesistere va bene, finchè non ci verrà imposto di vedere a reti unificate “Club Privè”...
6)Hai collaborato con quasi tutti i rapper validi nostrani, ma probabilmente hai ancora delle ambizioni: con chi vorresti collaborare in futuro? Stai curando qualche altro nuovo progetto, oppure continui a produrre musica per il solo gusto e piacere di farlo??
Credo che ormai debbano coesistere, o forse inizio solo a rassegnarmi all’idea. In fondo è come andare al supermercato, non si è costretti a comprare tutto per forza, bisogna prendere quello che interessa e ignorando il resto. Coesistere va bene, finchè non ci verrà imposto di vedere a reti unificate “Club Privè”...
6)Hai collaborato con quasi tutti i rapper validi nostrani, ma probabilmente hai ancora delle ambizioni: con chi vorresti collaborare in futuro? Stai curando qualche altro nuovo progetto, oppure continui a produrre musica per il solo gusto e piacere di farlo??
Si, ho tanti artisti con cui vorrei collaborare, e
se dovessi riuscirci sarebbe un’enorme soddisfazione personale, ma non mi
espongo nel fare nomi. Progetti solisti non ne ho, ma ho delle cose in cantiere
abbastanza grosse, e non aggiungo altro perché non amo sbilanciarmi senza avere
certezze assolute tra le mani.
7) Salutaci!!
Vi ringrazio di cuore per l’attenzione che mi avete
prestato. Saluto voi e tutti gli amici di hiphopmn.blogspot.it!! Continuare ad
alimentare la fiamma! Grazie.
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