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venerdì 9 novembre 2012

Musteeno - Intervista






1. Ciao! Rompiamo il ghiaccio con la solita domanda di presentazione che serve per farsi conoscere dai lettori meno informati. Chi è Musteeno?

Andrea, Milano, Classe 1978. Nasco con lo spray, ma non posso dire di essere propriamente un writer dato che la mia attività su treno è praticamente inesistente. Decido di mettermi ad imbastire rime, con risultati discutibili ma con molta passione. La mia prima crew (DNA) nasce a Saronno dall'unione di due cricche di scappati di casa. Da li escono progetti che mi accompagnano fino al 2009 circa. Mi trasferisco a Bologna nel 1997 per motivi di studio ed entro a far parte prima di SQ con Fedeblow e Venom (aka Mental D Tek) e poi di Orror Vacui (ancora attivissimi, One Love). Qui raggiungo i primi risultati soddisfacenti con l'Mcing. Nel 2007 torno a casa per ragioni di lavoro (che a Bologna non c'era) e porto avanti la collaborazione con Night Skinny (iniziata a Bologna) fino al concepimento del mio primo disco ufficiale. Nel 2010 fondo Street Art Academy: collettivo di ragazzi che organizzano laboratori ed eventi sul territorio tra Garbagnate e Saronno. In continua evoluzione ed espansione.




2. Per il tuo ultimo disco hai modificato la scrittura del tuo nome d’arte da Mastino a Musteeno, mantenendo però inalterata la pronuncia: come mai? Ha un qualche significato particolare?

Adoro darmi degli pseudonimi. Per il primo progetto con TNS (The Night Skinny), Resoconti e Ricerche, figuravo come Randolph Carter, ad esempio. Lo faccio per evidenziare la continua ricerca nello stile personale, non per nascondermi. Ogni nome ha una sua precisa connotazione. In particolare il nome Mastino mi fu dato dal mio fratello Ethos ai tempi della mia prima crew ed è una distorsione della mia tag MasterPeace. Ho voluto tenere quel nome per tutte le mie uscite ufficiali ed in questo caso potenziare ulteriormente l'impatto del significato con una leggera increspatura stilistica. Retaggio del writing. 



3. Sei presente nella scena da molto, la gente ti ricorda per la tua partecipazione al 2TheBeat. Come mai hai aspettato tanto tempo per uscire con il tuo primo disco ufficiale? Sono solo un susseguirsi di coincidenze oppure c’è un motivo particolare?

Quando ho partecipato al 2tb facevo già rap da una decina di anni ed avevo già fatto uscire 4 demo (2 nastri e 2 cd con Orror Vacui Grooverz). Ho sperimentato molte strade prima di decidere che fosse arrivato il tempo per un lavoro ufficiale. In primis ho fatto in modo che ci fossero tutti i presupposti perchè la roba lasciasse un segno indelebile nel panorama: uno stile personale consolidato, un adeguato supporto musicale, una buona pulizia e cose “dense” di cui parlare. Non da ultimo il riconoscimento del mio lavoro da parte di artisti che stimo quasi come una groupie. Ora che ho messo a punto una formula soddisfacente, da qui riparto per nuovi esperimenti.



4. Cosa ne pensi della scena hip hop italiana attuale? Pregi e difetti? Cosa si potrebbe migliorare (se c’è qualcosa da migliorare)? Cosa fa Musteeno nel concreto per migliorarla?

Penso che sia piuttosto “variegata”. In particolare con gli ultimi avvenimenti penso che si sia creata una frattura molto netta tra due modi opposti di vivere e concepire la produzione artistica. Da un lato quello commerciale, dall'altro quello culturale. E NO! Oggi come oggi non penso ci siano casi in cui uno confluisce nell'altro. Personalmente mi schiero dalla parte della seconda visione, ma ritengo che la sfida vera sia fare in modo che la cultura arrivi al maggior numero di persone possibili senza perdere la sua integrità. Per questo motivo credo che ci siano molti territori da esplorare, mantenendo comunque determinati valori che mi ha insegnato sta roba.
In primis la TRADIZIONE. Ti potrei fare i nomi di  Kiave, Clementino, Ghemon, Ensi o Mecna come esempi di Mc's che hanno un certo riscontro di pubblico pur mantenendo fino ad oggi una radice, ma credo che siano ancora dei casi unici. Uno dei problemi che credo vada sollevato è il controllo della propria produzione: quanto l'artista è disposto a farsi sculacciare dal proprio editor?Spero il meno possibile. Zero. Cosa faccio io? Cerco di stimolare le nuove generazioni ad avere un'idea personale di tutta la faccenda, ma che sia il più completa possibile, che comprenda tutte le sfaccettature e i colori di questa cultura; un'idea che vada al di là del solo discorso musicale e che sia di stimolo per la propria vita prima ancora che per il proprio portafogli. 



5. Ci sono a tuo modo di vedere, degli emergenti nella scena attuale che meriterebbero un pubblico più vasto? Vuoi consigliarne qualcuno? Ce n’è tra questi qualcuno con cui ti piacerebbe lavorare in futuro, o con cui potresti probabilmente lavorare?

Ti posso nominare dei ragazzi della mia zona con i quali collaboro come Ombra dello Zenith, Kerigma e Amazing Theatre. Sono persone che lavorano sodo (nell'Hiphop come nella vita): mi hanno aiutato nell'organizzazione di vari eventi come la jam annuale Ces(s)ate il Fuoco o alcune Slam Poetry e sono parte attiva della Street Art Academy. Hanno all'attivo qualche traccia su youtube (i nastri non esistono più) ed ora sto cercando (per quanto mi sia possibile) di dar loro due dritte sui loro progetti. Per le mie collabo non ti anticipo nulla perchè devono uscire una trentina di featuring che ho fatto per alcuni amici. E gli ospiti del prossimo disco non te li svelerò mai. BWUAHAHAHAHA!



6. Qualche anticipazione sui prossimi lavori? A quando un nuovo disco ufficiale? Hai in mente qualche mixtape? Pensi di restare in una label indipendente o di legarti ad una casa discografica che curi il lato pubblicitario del disco?

Ora sono tutto preso dalla scrittura del “Four Elements Chapter”: quattro ep concepiti ognuno con un produttore diverso (Ffiume, Dj Agly, Herrera e Saz). Ogni ep rappresenta un elemento naturale (Fuoco, Terra, Acqua e Aria), una diversa disciplina classica dell'Hiphop e una struttura metrica appropriata ad ogni contesto. Poi sarà l'ora del secondo disco che sta prendendo forma nella mia testa. Busserò sicuramente in primis alla porta di Relief, con cui mi sono trovato bene, e se l'accordo andrà in porto affineremo le strategie di promozione con più anticipo rispetto a quello che abbiamo fatto per Ipnosi Collettiva. Esperienza. 



7. E.M.M.E. è uno storytelling fantastico, probabilmente uno dei più personali che mi sia capitato di ascoltare. Come hai deciso di fare un pezzo così “invasivo” della tua persona? Ti racconti davvero in toto? Avresti voluto dire ancora qualcos’altro?
Possiamo anche prenderlo come una sorta di “testamento” (
e quando muoio spargete la mia cenere dall'Everest)?

Testamento? Non sono scaramantico ma in questo caso mi gratto i coglioni! Ma non ci penso proprio: ho appena cominciato! E poi figurati: come può bastare un brano per definire una personalità in continua evoluzione? Forse al pop rapper del momento che fa la figurina di cartone bidimensionale. Nel disco ho messo anche il brano “La mia storia” che parla sempre di me ma citando eventi, luoghi e situazioni che mi hanno riguardato nel corso degli anni, quindi ne ho ancora di cose da dire. La mia risposta è si, ho cercato di raccontarmi in toto per quello che riuscivo ad esprimere di me in quel preciso momento ma potrei tranquillamente scendere MOLTO più nei particolari e raccontarti altre mille robe che mi riguardano. Una delle capacità della parola è quella di poter dilatare un singolo istante in mille sfaccettature o di condensare un'intera esistenza in uno slogan, perciò (anche se non è mia intenzione) potrei raccontarti la stessa storia in cento modi diversi senza che tu te ne renda conto. Ma lascio questo esercizio stilistico ai rappers che non hanno molto da dire. L'immagine della cenere dall'Everest è un modo per dire che voglio raggiungere il mio meglio prima di andarmene. E si, mi farò cremare ma penso che l'aspersione avverrà in mare. Troppa sbatta l'Everest.



8. Salutaci!
Peace, Unity, Love and Havin' Fun. Or Fuck shit up!
Aloa



















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