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domenica 11 novembre 2012

Brokenspeakers - Fino al collo (Recensione)






“Fino al collo”, ultimo (in tutti i sensi, anche se si spera vivamente di no) lavoro del collettivo underground romano Brokenspeakers, è da ritenere con sicurezza uno dei migliori album realizzati durante quest’annata. 
L’album è composto da dodici tracce e un remix, che mantengono quasi del tutto invariato lo stile del Circolo del Vizio, grazie soprattutto alle sopraffine produzioni di Ford78, ormai sinonimo di garanzia. 
Lucci & Co mostrano una continuità che non scade mai nel ripetitivo o nel “già visto”, cosa certamente degna di nota, giacché difficilmente degli artisti (sempre che non si tratti di nomi altisonanti quali i Good Old Boys) sono riusciti a sostenere un così elevato livello di fattura per più di due o tre lavori. 

Il disco presenta il giusto numero di feat, sia con nomi della scena davvero pesanti sia con promettentissime giovani leve, che hanno ricevuto il giusto spazio, al di fuori di un certo Marco Fiorito, che comunque, anche se relegato a un misero ritornello, riesce a emozionare come pochi. 
Tuttavia la vera ciliegina sulla torta è data dal remix di “Anthem” degli Strength Approach, che fa assumere per un po’ al disco quella sonorità prossima al Rap Rock sempre piaciuta ai BS, come si può notare soprattutto dal loro vero primo lavoro, “Terapia”. 

L’album pur presentando differenti temi riesce a essere sicuramente omogeneo. I soggetti variano dalla quasi imprevedibile monotonia e dalla vacuità della vita di “Sempre uguale” all'attacco sferrato ai detrattori del Rap (almeno quello attuale) presente ne “Il motto”, o ancora all'immancabile dedica ai fan di “Cammina con me” e sono tutti affrontati con uno stile sano, genuino, con pochi fronzoli e molta sostanza, ma soprattutto tantissima esperienza personale, che è ciò che alla fin fine contraddistingue e caratterizza il vero MC dal pupazzo di plastica messo lì un po’ per caso (qualcuno ha detto Fedez?). 

Le tracce assumono un sapore nostalgico e danno spesso e volentieri uno sguardo di rammarico al passato. Non ci sono segni di sperimentazione di nuove tecniche o di diverse sonorità, forse poiché il gruppo ha già dimostrato tutto ciò che aveva da dimostrare. 
Una piccola menzione va necessariamente fatta a una barra di Nicco presente nella sua strofa in “Da vicino” dedicata a Hube, capace di commuovere seriamente un qualsiasi fan del collettivo. 

In definitiva l’album è molto compatto, valido, e rispecchia a pieno il Rap VERO, quello che ci dovrebbe rappresentare nelle varie emittenti televisive. 


-Zeoc









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