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giovedì 11 settembre 2014

Hyst - Mantra





Tracklist:
01. Adesso Scrivo
02. Adesso Parlo 
03. Hi-Fi 
04. Quando è Finita
05. Essere O Non Essere ft Musteeno & Willie Peyote 
06. Non Mi Tengo Niente
07. L'Arte di Essere Felici 
08. Fuck You Party feat Jesto & E-Green 
09. Smettiamo Un po' 
10. Anthem feat Kiave & Mistaman 
11. Sempre 
12. Cassandra 


Cos’e’ un disco? Hyst questa volta sembra volerlo mettere in chiaro fin da subito: è un Mantra, per lui e per chi ascolta.
Il nuovo lavoro dell’MC nipponico e’ come sempre incentrato sulla società, e sull’analisi di questa negli aspetti più critici, il tutto intriso di un cinismo insolito per gli ambienti musicali "pettinati" italiani.

“Non mi tengo niente socio, non mi tengo niente, adesso vomito la merda” questa e’ l’abitudine più ridondante dell’album che rischia a tratti di diventare monotono; Adesso Parlo e Non Mi Tengo sono i brani in cui è maggiormente evidenziata questa caratteristica: talvolta con metodo, talvolta risultando forzata. Infatti spesso si dimostra una serie automatizzata di lamentele a tutto campo, che difficilmente portano ad una conclusione oggettiva, vaneggiando spesso in una saccente lezione di vita.

“L’arte della scrittura, l’arte che sutura l’anima con la cultura” questo pensa il compagno di crew e di vita Mirko Kiave sul rap e sulla letteratura, e così si può riassumere “Adesso Scrivo”: un’ode al rap, all’attitudine ma anche alla cultura e alla lingua, la cui importanza ai giorni nostri risulta spesso omessa con un velo di superficialità.

Non manca un interessantissimo storytelling della propria carriera artistica, in cui si denota la coerenza umana di Hyst, di Blue Nox, ma anche di Unlimited Struggle: questo pezzo è ovviamente Hi-Fi.

Amore ed ironia sono invece un’accoppiata insolita (ma non inedita, leggasi Mistaman) nell’HipHop che però il rapper romano padroneggia con maestria riuscendo a farle equivalere senza sopraffarsi.
Non manca una valutazione di se stesso in “Sempre”, in cui dimostra grande acume e sagacia, non è da tutti riconoscere e cantare i propri limiti.

Il primo featuring vede la partecipazione di Musteeno e Willie Peyote, due dei nomi più sottovalutati del panorama del bel paese, che spiccano con tecnica e contenuti invidiabili parlando del rap odierno, troppo spesso pieno di menzogne e realtà gonfiate.
Fuck Your Party vede la collaborazione del fratello minore Jesto e della rivelazione (o affermazione?) del 2013 E-Green, su un beat insolito Hyst afferma il suo approccio solito, stessa cosa per Jesto che si destreggia in un tecnicissimo Karate Chop, mentre E-Green si adatta con maestria alla strumentale che non è normalmente nelle sue corde.

“I vostri show sembrano roba per scolaresche, coi vostri flow gioco a trova le differenze” Mistaman  colpisce cosi’ il rap omologato che tanto va di moda, “Non faccio il genio incompreso, ormai lo siete tutti quanti” cosi’ invece Kiave lo affonda, “Blue Struggle, le mani su in alto, i piedi nel fango, come a voler essere un punto di contatto tra il mondo delle stelle e il piombo dell’asfalto” e così Hyst chiude i giochi segnando la perfetta riuscita di uno dei featuring più azzeccati dell’anno.
Le produzioni di questo disco sono tutte curatissime: partendo dai big come Fid Mella, Big Joe e Turi fino ad arrivare ai giovani Gheesa e Jason Rader; da segnalare su tutte quella di Anthem, curata da Amon assieme ad Hyst stesso.

Hyst dimostra la solita tecnica unica ed invidiabile nelle parti rappate, pur non innovando il suo stile, cosa che mi aspettavo e che avrei gradito; mentre nelle parti cantate osa come nessun altro in Italia affermandosi come un cantautore a 360 gradi.
I contenuti ci sono, anche se come già accennato spesso suonano come un dejavu e rischiano di banalizzare argomenti delicati.
Il disco nel suo complesso è comunque curato e di buon livello, merita pertanto di essere ascoltato ed acquistato.

Voto: 7/10

Edoardo Sampietro



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