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venerdì 4 gennaio 2013

Leva57 (Zulu Queen) - Intervista






1) Partiamo con la classica domanda di rito: chi è Leva57?

Sono nata e cresciuta in Calabria, ho iniziato semplicemente come ascoltatrice e in seguito con gli spray (il mio streetname viene dal writing).
A 18 anni ho deciso di andare via da casa per vivere il mondo... da allora non mi sono più fermata e farò di tutto per non fermarmi mai. Ho vissuto in Spagna, Inghilterra, Egitto, Milano, e adesso mi divido tra Roma e New York. Attualmente faccio parte della Universal Zulu Nation/OZM, del team di DJs Dojo Soundz (fondato da Charlie Rock della Rock Steady Crew) e sono parte del duo RockLedge con colui che considero come un fratello cioé Lorenzone. 
Di solito, escluse le varie bio sui social network, non mi piace elencare quello che ho fatto, preferisco pensare al presente e al futuro. Ma se proprio devo fare un elenco, mi ispiro alla piccola descrizione del mio Twitter: Party Rocker DJ, Vinyl Digger, Zulu Queen e giornalista.



2) Tu lavori soprattutto negli States. Com’è suonare là, in confronto che in Italia? Quali sono secondo te le più grandi differenze tra la scena musicale italiana e quella americana?

Degli italiani che amano davvero ciò che ascoltano posso dire che spesso non danno tutto per scontato. Chi davvero rappresenta questa cultura ama i dettagli: c'è un livello di curiosità più alto se pensi che in Italia è rarissimo trovare qualcuno che già in famiglia abbia un background culturale che anche solo lontanamente si ispiri al Soul, al Funk o all'Hip Hop come invece accade già da generazioni negli States.
Negli States alla gente piace ancora effettivamente ballare e non andare nei locali solo per farsi scattare le foto con il drink e la sigaretta in mano; in più si dà ancora attenzione alla selezione musicale del DJ e al party. Un'altra cosa che manca in Italia è la condivisione, ognuno tende a tenere quello che sa e che ha per sé, senza pensare a quanto si potrebbe crescere se solo culturalmente si condividessero di più le proprie conoscenze e scoperte e non si fosse sempre così diffidenti verso il mondo intero.



3) É noto che in questo ambiente, soprattutto in Italia, c'è un po' di maschilismo. Tu hai avuto problemi dovuti a ciò? Com'è essere una donna in una scena dove sono i maschi a farla da padrona?

Si. Spesso mi guardano con un'espressione in viso del tipo “Oh, una donna! Secondo me non sa nemmeno collegare i giradischi al mixer!”. Ho molti colleghi con i quali parlo di dischi, delle nuove uscite, delle serate o semplicemente di vita e con loro c'è un sano rapporto di rispetto e stima reciproca. In verità non mi è mai importato molto di chi vive di pregiudizi e pettegolezzi: il groove non è uomo o donna... il groove o ce l'hai o non ce l'hai.



4) Ci sono artisti che stimi nella scena Usa o in quella italiana? Con chi di questi vorresti collaborare?

Negli States stimo molto Afrika Bambaataa, Roc Raida (Rest in Peace), Cash Money, Charlie Rock, Skeme Richards, Bobbito Garcia, Tony Touch, Crazy Legs, Lean Rock, Boogie Blind. In Italia, se devo parlare di groove e stima artistica il mio preferito è Tommy Toome, per quanto riguarda l'aspetto tecnico DJ Craim.



5) Su YouTube si trova un pezzo tuo intitolato “Arrivals, Pistole & Departures”, dedicato ai calabresi e in generale agli Italiani nel mondo. Hai in progetto qualche altro pezzo tuo o magari un disco, in futuro? Se si ci puoi dare qualche anticipazione?

Quel pezzo è stato concepito durante l'estate 2012 a Locri (Reggio Calabria) con Spreco nel suo Sospesi nel Blu Studio. Inizialmente di trattava di tre tracce separate, ma poi io sono entrata nel viaggio del “documentario” e abbiamo deciso di unire il tutto in un'unica traccia. 
In un' epoca dove i video sono patinati e in cui si sente tutto questo bisogno di immagine e di apparire, abbiamo preferito che fosse la nostra terra, la Calabria, a parlare per noi. Ho filmato tutto io con il mio iPhone, perché volevo che le riprese fossero realistiche. Nel video vedi i nostri amici, i nostri luoghi, le nostre emozioni e la storia di tutti coloro che, per i problemi che tutti conosciamo, sono costretti a emigrare ma non dimenticano mai i posti in cui si è nati e cresciuti. 
Ai non meridionali, consiglio solamente di ascoltarlo ad occhi chiusi, in cuffia.
Non c'è un disco in progetto, ma sicuramente qualcos'altro uscirà, spero di riuscire a liberarmi presto per trascorrere più tempo in studio con Spreco e lavorarci su.



6) Sei diventata Zulu Queen nel 2007 e sei entrata in contatto con un grande nome dell'Hip Hop quale Afrika Bambaataa e hai aperto live di nomi grossi come Evidence, Masta Ace, Edo G, Kurtis Blow. Prova a descriverci le sensazioni che si provano ad essere, in qualche modo arrivata a questi traguardi.

Ovviamente sono molto felice, ma essere stata la warm-up DJ di quegli artisti non lo considero come un traguardo, piuttosto come un punto di partenza. L'altro giorno ho letto un'intervista a Louis Flores che chiudeva con "Continue being a student; I know I am!". Ecco, quello è il mio approccio: continuo ad essere uno studente, e lo sarò sempre.



7) Di recente si alzato un grosso polverone in seguito alle affermazioni della manager Paola Zukar che si possono riassumere con "I rapper degli anni 90 erano scarsissimi". Una tua opinione al riguardo?

In verità ti dico che preferisco non perdere il mio tempo in pettegolezzi, lei è liberissima di avere la sua opinione a riguardo che, se devo basarmi solo sul video, non condivido affatto per ovvi motivi che non sto qua ad elencare. Secondo me è semplicemente stata un po' troppo superficiale nelle sue dichiarazioni e ovviamente ciò ha scatenato il putiferio.



8) Concludiamo con un saluto alla pagina e ai fan da parte tua.

Grazie per il supporto! Peace, Unity, Love and Havin Fun(k)!




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